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Il Paese più vecchio del mondo: il Giappone

Il Giappone è il Paese con la più alta percentuale di anziani al mondo, ben il 28,4%. La più vecchia si chiama Kane Tanaka. Nata nel 1903, ha compiuto da un mese 116 anni ed è la persona più anziana al mondo.

L’elevato numero di over 70-80enni nel Paese ha portato il Giappone a tenere formalmente in grande considerazione il ruolo degli anziani, addirittura istituendo una festa nazionale, la Giornata del Rispetto per gli Anziani, che cade il terzo lunedì di settembre.

Ma la vita quotidiana dei pensionati nel Paese spesso è tutt’altro che semplice. Non sempre avere più di 65 anni in Giappone, significa godere di una serena vecchiaia. Non tutti ricevono una pensione e chi la riceve, riesce a stento a mantenersi. La vita degli anziani giapponesi è sempre di più una battaglia contro povertà, malattia e soprattutto solitudine. Al punto che molti preferiscono rinunciare alla libertà e farsi arrestare.

Li chiamano i crimini d’argento. Sono piccoli reati, in genere di cibo, commessi dagli anziani per essere arrestati.

Secondo il parere di molti di questi anziani soli o con un ridotto nucleo familiare, con difficoltà nell’affrontare le spese di prima necessità e disorientati di fronte alla malattia, si vive meglio in prigione che da uomini e donne liberi. In carcere, infatti, non si ha il problema di non riuscire a pagare l’affitto di casa; 3 pasti al giorno sono garantiti e, soprattutto, si incontrano persone con cui parlare e con cui condividere quelle situazioni di precarietà difficili da sopportare da soli. In poche parole ci si sente inseriti in una comunità e si incontra una nuova famiglia.

Un’interessante soluzione alternativa ai disagi che si possono incontrare nell’età della vecchiaia e che sta prendendo piede in Italia, è l’esperienza del co-housing: una soluzione che da qualche anno ha reso la coabitazione non più soltanto prerogativa degli universitari fuori sede, ma anche degli anziani.

Coabitare aiuta ad affrontare non solo i problemi economici, ma anche la solitudine: ci si aiuta nella gestione della casa, si dividono le spese e ci si fa compagnia. Oltre al co-housing c’è anche la soluzione del Condominio sociale: intere palazzine con degli appartamenti condivisi da due o più persone autosufficienti, dove gli anziani possono condividere degli spazi comuni e ricevere assistenza medica e un sostegno nei problemi della vita quotidiana. Certamente abitare insieme fa bene, ma liberi dalle sbarre della prigione.

Aes Domicilio affronta tra i suoi temi la gestione dell’anziano in varie parti del mondo, per confrontarsi sempre con nuove realtà.

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