Assistenza badanti Parkinson

Essere una badante specializzata nell’assistenza di un paziente affetto da morbo di Parkinson

Introduzione

Il morbo di Parkinson – insieme al morbo d’Alzheimer – è sicuramente tra le patologie più diffuse che cominciano a minare il corpo degli anziani a partire dalla terza età (ed a volte, purtroppo, anche prima). Quando il Parkinson giunge a stadi molti avanzati non si può sperare nella buona sorte, ma c’è la necessità di essere assistiti nella vita quotidiana; e sicuramente, dinnanzi ad una diagnosi di Parkinson, la cosa peggiore da fare e spedire l’ammalato in un centro, lontano da tutto, lontano da tutti e lontano dalla propria vita. Ecco perché la figura della badante convivente o della badante ad ore, e dunque l’assistenza domiciliare, riesce a garantire, forse, uno degli aspetti più importanti nella vita di una persona affetta da malattie degenerative, ovvero: una badante riesce a garantire «continuità».

Quando vengono diagnosticate queste malattie, il primo pensiero che passa per la mente – ma forse anche le prime parole che si sentono dire – è “la tua vita non sarà più come prima”: a questa frase rispondiamo decisi: NO! La vita può restare invariata nelle sue grandi linee; si può continuare a frequentare gli stessi luoghi, a fare le stesse cose di sempre, magari con più lentezza, magari non assiduamente come prima; ma si faranno. Questa «continuità» può essere garantita soltanto da una badante, e certamente non una badante ‘qualsiasi’, bensì una badante specializzata nell’assistenza di pazienti affetti da morbo di Parkinson. Infatti il trattamento di una malattia come il Parkinson necessita di competenze specifiche che esulano dalla mera assistenza o compagnia, e che invece fiancheggiano capacità e conoscenze di tipo anche infermieristico.

La vita di chi decide di assistere un ‘parkinsoniano’ autonomamente

Certamente una delle maggiori sfide da affrontare è quella di gestire i vostri compiti assistenziali senza trascurare le altre attività che richiedono tempo, attenzione ed energia. La situazione diventa più difficile quando gli impegni sono tanti o emotivamente coinvolgenti. Assistere un malato può essere molto soddisfacente, in quanto espressione di amore per qualcuno importante per noi, ma può anche diventare psicologicamente e fisicamente esasperante. Se l’impegno richiesto diventa eccessivo, l’energia, il buon umore e la capacità di far fronte ai problemi, si ridurranno e potrete sentirvi stressati. Questa sensazione varierà di giorno in giorno a seconda dello stato di salute dell’infermo, del suo e del vostro umore, nonché delle energie su cui potete contare. Certamente peggiora di fronte a situazioni sgradevoli, incontrollabili o incerte, in presenza di sostanziali cambiamenti inaspettati e di inevitabili frustrazioni. Certamente sperimenterete stress. Per riuscire a gestire la situazione dovete imparare a bilanciare le richieste che vi pervengono con le vostre risorse. Imparate a riconoscere, anticipare e fronteggiare gli impegni e lo stress rinforzando l’autostima, le capacità di risolvere problemi e ricorrendo ad un supporto esterno adeguato. Nella vostra attività di assistenza avete certamente sperimentato un aumento di tensione. I compiti più semplici, fare compere, cucinare, fare un bagno, non possono più essere considerati di routine. È impossibile dedicarvi in parte ad attività che nutrano e rivitalizzino il vostro spirito. Tali piaceri diventeranno lussi rari, piuttosto che attività regolari, perché le richieste e i problemi cui sarete sottoposti vi faranno sembrare troppo costosa, in termini di tempo, energie e denaro qualsiasi attività piacevole.

Assumere una badante

A fronte di quanto detto prima, la cosa più conveniente ai fini anche di una maggiore tranquillità quotidiana – sia per l’ammalato quanto per il familiare (o i familiari) che decida di occuparsene – è proprio l’assunzione di una badante per malati di Parkinson.

Sicuramente AES DOMICILIO nella selezione della badante offre un servizio “su misura” per la persona che ne richiede una, poiché il nostro compito non è solo quello di ‘tappare un buco’ e ‘scegliere la prima che capita’, ma avendo al nostro interno un team di screening, selezioniamo la badante dopo moltissimi colloqui, e sulla base delle certificazioni (verificate!), nonché delle esperienze pregresse nel settore. AES DOMICILIO non sceglie ‘una badante’, ma sceglie ‘la badante propria per assistere chi è affetto da Parkinson’. In più, tra i benefici d’assumere una badante, vi è poi quello di fare in modo che sin dalle fasi d’esordio della malattia, chi ne è affetto possa instaurare con la badante un rapporto più intimo, più solido, senza attendere le fasi più critiche e avanzate della malattia; fasi che vanno a compromettere anche il fattore cognitivo dell’ammalato. Infatti, nelle fasi più critiche e avanzate, è molto difficile instaurare un ‘rapporto affettivo’; e dal momento che l’aspetto affettivo è sicuramente il più lucido radar in chi è affetto da malattie neurodegenerative, questo complicherebbe il rapporto. Quindi, non aspettate l’ultimo momento, fino a che la corda si spezza prima di rivolgervi ad una badante.

E anche se sceglierete di fare così, AES DOMICILIO vi offrirà comunque una badante in grado di gestire perfettamente una situazione in cui il malato si ritrovi in una fase critica e avanzata della malattia.

La testimonianza di un paziente affetto da Parkinson: il rapporto con le badanti, anche badanti di condominio

Carlo (ammalato di Parkinson): Le prime difficoltà che si presentano a una badante senza esperienza di pazienti parkinsoniani è nella bizzarria delle nostre difficoltà motorie: è vero, il nostro equilibrio è precario, ma guai al benintenzionato che si azzardi a sostenerci energicamente, a noi basta un braccio da sfiorare con due dita per ritrovare l’equilibrio perduto. E guai anche a chi, con le migliori intenzioni e con la massima delicatezza, provi a tirarci o a spingerci anche leggermente. Là dove una persona colpita da altre patologie sarebbe incitata ad avanzare, la persona affetta da parkinson non potrebbe che fulminare il volonteroso soccorritore con un urlo più che giustificato in quanto, se i piedi sono come incollati al pavimento, anche una trazione minima non può che farci perdere l’equilibrio. E come riuscire a fare capire a chi di parkinson non sa nulla che mettere fretta a uno di noi è il modo ideale per paralizzarlo completamente? Le difficoltà sono molte e quello che ci vorrebbe da parte della badante è l’umiltà di capire che ci sono cose in questa malattia che nessuno può immaginare da sé e che non hanno nulla a che vedere con i normali problemi motori di una persona anche con gravi difficoltà di movimento (per esempio le sequele di un ictus).

Alcuni consigli e linee guida per l’assistenza al Parkinson

Per quanto riguardi i farmaci:

  • Conservate i farmaci nei loro contenitori originali.
  • Tenete a portata di mano l’elenco dei farmaci che il malato deve assumere, nel caso qualcun’altro debba somministrarli al vostro posto.
  • Portate quest’elenco ad ogni appuntamento col medico, soprattutto se non è al corrente della situazione.
  • Utilizzate dei “promemoria” per ricordarvi l’ora del giorno in cui assumere il farmaco.
  • Tenete informati sui farmaci anche gli altri membri della famiglia e gli amici, soprattutto se siete l’unica persona che assiste il malato.
  • Se notate dei comportamenti “compulsivi” o vistosi cambi di personalità da parte del paziente, parlatene prima con lui e poi col medico curante

Badante Notturna Assistenza O Presenza

Per quanto riguardo lo stile di vita:

  • Il Parkinson non richiede necessariamente cambiamenti nel vostro stile di vita durante la notte, ma, col progredire della malattia, ci sarà bisogno di qualche cambiamento.
  • La terapia fisica (fisioterapia) e le cure complementari possono essere necessarie per contrastare le difficoltà di movimento che appariranno nel corso del tempo.
  • I farmaci riescono a contrastare alcuni di questi problemi, ma alla lunga perdono la loro efficacia e deve essere fatta anche una terapia fisica.
  • Trovare il giusto programma di esercizio fisico è importante, occorre però, rallentare o limitare determinati tipi di attività.
  • Per esempio, se il malato ama nuotare, fate in modo di andare con lui, infatti, se dovesse succedere un episodio di “freezing” (blocco motorio) in piscina, potrebbe essere pericoloso.
  • Invece di correre, camminare a piedi può diventare un’alternativa più piacevole.
  • È importante discutere i programmi di esercizi con il medico, che può suggerire attività per tenere il corpo attivo e sano allo stesso tempo.
  • Tenete presente che con l’avanzare dell’età tutti siamo soggetti a un decadimento fisico. Fare un’attività motoria è quindi indispensabile per tutti, indipendentemente dalla malattia. Ma c’è il rischio che il malato si “chiuda” più del dovuto in una vita sedentaria come conseguenza dei sintomi – ad es. la paura di cadere – e che ciò comporti un decadimento fisico più veloce. Occorrerà quindi motivarlo e stimolarlo a non lasciarsi andare.

Conclusioni

Con questo breve intervento AES DOMICILIO spera di avervi dato un quadro della situazione – o come piace a noi definirlo: una ‘infarinatura’ – su una cosa, però, possiamo garantirvi la massima solidità, ovvero: la serietà dei nostri servizi. AES DOMICILIO sia nei confronti delle badanti, che delle famiglie, offre una serietà nei servizi offerti confortata da una pluriennale esperienza, e da una modalità di selezione e valutazione della badante impeccabile.

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AES Domicilio (assistenza anziani a domicilio) è attiva con le proprie badanti in tutta la Regione Lombardia ed in particolare nelle province di Milano (badante Milano), Badante Monza, Badante Como, Badante Lecco, Badante Bergamo.