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Controlli Inail sullo Stato di Salute delle Badanti: Stop al Lavoro In Nero!

Pur se ancora poco chiaro, all’interno del nuovo Decreto Lavoro per tutto il 2023 ci saranno maggiori sgravi contributivi dedicati alle badanti.

Le novità emergono dalla bozza del nuovo testo, che comprende per l’appunto un aumento degli sgravi contributivi e previdenziali dedicato ai collaboratori domestici.

L’obiettivo è quello di tentare di contrastare il lavoro in nero incrementando la quota di costi previdenziali e assistenziali che i datori di lavoro possono dedurre dal reddito complessivo ai fini Irpef.

Nello specifico all’articolo 34 del nuovo testo (anticipato da Il Sole 24 Ore), che affronta il capitolo dei lavoratori domestici, si parla di aumento del tetto dello sconto fiscale per chi paga i contributi alle badanti, ma anche dell’estensione della sorveglianza sanitaria.

Il tetto alla deduzione Irpef dal reddito complessivo del costo pagato nel corso dell’anno dalle famiglie per i contributi previdenziali versati in relazione agli addetti ai servizi domestici e all’assistenza personale o familiare sale dagli attuali 1.549,37 a 3.000 euro.

La legge prevede già che le badanti abbiano diritto a indennità relative all’assicurazione per malattie professionali e infortuni.

Una quota dei contributi versati all’Inps riguarda anche l’assicurazione Inail.

Ma cambia poiché verrà estesa a tutti i lavoratori domestici: anche per questi dipendenti pertanto l’Inail potrà procedere con una visita medica preventiva.

La periodicità di questi accertamenti, qualora non prevista, viene stabilita, di norma, in una volta l’anno.

La visita medica, inoltre potrà essere richiesta anche dal lavoratore per valutare le condizioni di salute e se queste sono suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa svolta.

Non ci sarà nessun onere per le famiglie: alle visite mediche provvede, come detto, l’Istituto nazionale per l’assicurazione sul lavoro attingendo dalle proprie risorse.

Il che significa che per i datori di lavoro e dunque per le famiglie non ci saranno costi nello gestire le visite mediche preventive o quelle periodiche di controllo sulla verifica dell’idoneità alla prestazione di lavoro del collaboratore domestico.
Da questo deduciamo un interessamento al lavoro in nero, poiché recandosi all’interno delle famiglie sarà sempre più difficile poter operare in maniere illegale; e questo non solo per la singola badante che si offre alla famiglia, ma anche per le cooperative/associazioni che prendono personale con contratti irregolari (come scritture private per badanti in nero) e li mandano dalle famiglie ignare che ciò che firmano non è il contratto nazionale dei collaboratori domestici.

Aes Domicilio insiste molto sull’argomento, perché soltanto il lavoro regolare permette una sicurezza sia alla badante che alla famiglia.

 

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