AES “AEScolta”: le nostre risposte alle vostre domande di Settembre
(Aes Ascolta è uno “sportello”, ovvero, ci arrivano molte domande dai nostri clienti, alcune via e-mail, altre telefonicamente, altre ancora per mezzo di commenti sui nostri social; il nostro compito è quello di raccogliere le vostre domande più pertinenti e di dare pubbliche risposte, in modo tale che tutti possano usufruire di maggiori chiarimenti e delucidazioni. Grazie a tutti coloro che intervengono.)
Utente: Ciao AES, vorrei assumere una badante, ma tanti mi stanno scoraggiando di rivolgermi ad un’agenzia badanti (dicono prendano solo soldi) – mi aiuteresti? Grazie!
AES: Beh sicuramente chi le dice così non ha avuto a che fare con noi. Sicuramente posso dirti questo: non mettere mai annunci su giornali di annunci o free-press: rischi di venire inondato da centinaia di telefonate e di non capirci più niente. Nel frattempo avrai chiesto lo spelling di una trentina di nomi incomprensibili, avrai scoperto che il 90% delle badanti si chiama Maria, Elena o Irisa, avrai saputo tutto dei loro sedicenti familiari ammalati che attendono a casa i soldi per curarsi, avrai trattato lo stipendio con almeno una decina di sconosciute, e avrai fissato 4 o 5 appuntamenti senza capire perché. Appuntamenti disattesi. Rivolgersi alla parrocchia è sbagliato perché ti passano persone che questo lavoro non l’hanno mai fatto né sanno in cosa consiste. Nove su dieci, non hanno la benché minima idea di chi siano le persone con cui ti stanno mettendo in contatto. Semplicemente passano bigliettini e numeri telefonici. Non chiedere aiuto alla tua domestica a meno che non sia ultra-super-arci-fidata. Molti stranieri hanno la pessima abitudine di taglieggiarsi fra di loro e quindi, la persona che si prenderà cura del tuo caro è assai improbabili che sia la più brava. Molto più probabilmente sarà l’unica disperata che ha accettato di tirare fuori 2 o 300 euro per farsi passare il lavoro!
Utente: Caro AES ho assunto da poco una badante, ma da qualche giorno mi è venuto un pallino: e se si facesse male in casa mia? Insomma, non so proprio cosa pensare… Sapresti aiutarmi? Grazie.
AES: Gentile utente, la questione che propone è molto più delicata di quello che si possa scrivere qui, infatti oltre quello che sto per dirle le consiglio di prendere maggiori e più dettagliate informazioni da chi di dovere. Secondo alcune stime in Italia sono presenti più di due milioni di colf e badanti. E nel 90% dei casi si tratta di lavoratrici straniere (i principali paesi di origine sono Romania, Ucraina, Polonia, Albania, Filippine e altri paesi del Centro e Sud America. Vedi il nostro articolo sulla nazionalità della badante). Spesso, ci ricorda l’Inail, i lavoratori stranieri si trovano esposti a maggiori rischi lavorativi rispetto ai lavoratori italiani: in molti casi sono impegnati in occasioni e situazioni di lavoro particolarmente faticose, con condizioni di lavoro irregolare, con carenze di formazione, informazione e addestramento e di comprensione della lingua italiana.
Per prevenire incidenti, infortuni e malattie in questo settore dell’assistenza domiciliare, l’Inail ha raccolto nella pubblicazione “Lavorare in casa in sicurezza. Manuale per colf e assistenti familiari” il lavoro di formazione della Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione, sviluppato su diversi moduli formativi in tema di salute e sicurezza.
Utente: Caro AES mio nonno avrebbe bisogno di una badante, ma non vuole. C’è forse un qualche percorso di prova per far abituare mio nonno alla sua presenza? Grazie.
AES: Gentile Utente abbiamo affrontato la questione nel nostro blog, tuttavia un percorso di “prova” è previsto, ma non a quello che mi sembra serva per suo nonno. Esistono solo due vie da imboccare se l’anziano rifiuta la badante. Una, quella del cuore. L’altra, quella della ragione.
La via del cuore non procede sempre bene e bisogna considerare che ci sono dei vincoli legali. Se l’anziano rifiuta la badante e vuole al posto suo, ad esempio, uno dei figli, deve anche sapere che chi avrà deciso di usufruire della 104 potrà farlo per un massimo di 2 anni nell’arco di tutta la sua vita lavorativa. Dopodiché, il figlio o la figlia dovranno rientrare al lavoro. Al termine dei 2 anni resterà di nuovo da solo.
Alternativa? Uno dei figli rinuncia al lavoro per restare accanto al proprio caro in nome del bene che gli vuole. D’altra parte far finta di niente, cioè continuare a lavorare come se a casa il problema non esistesse potrebbe essere penalmente punibile: si potrebbe incorrere nel reato di abbandono di incapace.
Un anziano in difficoltà, infatti, per quanto sia completamente o apparentemente lucido, è ritenuto incapace se non è autosufficiente. Abbandonarlo a se stesso, anche se ha rifiutato una badante, è, quindi, oltre che una questione morale una questione penale.