Infarto miocardio silente

Il sonno degli anziani

Sonno e anziani

AES Domicilio è un’agenzia badanti che può aiutarti a trovare una badante Milano. In genere le fasi di sonno più profondo diventano più brevi a vantaggio delle fasi di riposo più leggero. Anche a causa di questi cambiamenti, molti anziani lamentano numerosi risvegli durante la notte e un sonno meno riposante rispetto a quando erano giovani.

Le fasi del riposo notturno

Durante la notte si alternano varie fasi suddivise tra momenti in cui ci sono rapidi movimenti oculari. Si tratta della  fase REM, in cui di solito si sogna. Ovviamente ci sono anche le fasi in cui non si rilevano questi movimenti oculari (fasi non REM). La fase non REM si divide in quattro stadi di profondità progressiva. Dopo l’addormentamento si passa progressivamente dallo stadio 1 allo stadio 4.

Con l’avanzare dell’età si osserva un maggior numero di periodi di veglia. Conseguentemente, si ha frammentazione del sonno. In particolare gli stadi 3 e 4 di sonno più profondo si riducono, così come la fase REM, mentre si espande la fase del sonno leggero (stadi 1 e 2).

I benefici del sonno

Dormire è un’attività fisiologica che consente di recuperare le energie psichiche e fisiche spese durante il giorno. Per l’anziano dormire bene è essenziale per riuscire a essere più concentrato e avere una memoria più pronta. Inoltre un buon riposo ristoratore consente all’organismo di:

  • rinnovare le cellule;
  • favorire il buon funzionamento del sistema immunitario e quindi aiuta a prevenire le malattie.

Per garantire un riposo continuo ai vostri cari e a voi stessi la soluzione migliore è quella della presenza assidua di una badante che sia in grado, grazie alla sua professionalità, di concedervi di dormire più tranquilli.

Durante la vecchiaia si presentano delle modificazioni tipiche nelle caratteristiche del riposo notturno. Inoltre, il tempo speso negli stadi di sonno lento diminuisce, mentre vi è un associato aumento di risvegli durante la notte. Per questi motivi è necessario intervenire con tutte le armi possibili affinché tutta la famiglia possa vivere più serenamente.

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Gli anziani e i disturbi del sonno

Contrariamente a quanto comunemente si ritiene, peró, non si assiste nell’anziano ad una complessiva riduzione del tempo in cui si dorme. Questo perché la parziale riduzione del tempo totale di riposo notturno è compensata da sonnellini diurni.

Una percentuale ampia di anziani sono comunque a rischio per i disturbi del sonno che possono essere causati da molti fattori come il ritiro o le modificazioni delle attività sociali, la morte del/la partner o di amici stretti, l’aumento dell’uso di farmaci, l’esistenza di malattie concorrenti e le alterazioni dei ritmi circadiani.

Sebbene l’esatta incidenza non sia ancora nota, si stima che presentano disturbi del sonno circa la metà delle persone con età uguale o superiore ai 65 anni che vivono a casa e circa due terzi di quelli lontano dalle famiglie. Pur essendo pari a circa il 13% della popolazione le persone in questa fascia di età consumano una percentuale approssimativa pari al 30% dei farmaci. Una parte assai consistente di questi farmaci sono sedativi ed ipnotici, la cui sicurezza ed efficacia, fra l’altro, non è stata completamente testata su soggetti anziani.

Sonno e malattie negli anziani: esiste una correlazione

La classificazione internazionale dei disturbi del sonno non prevede per l’anziano l’esistenza di sindromi specifiche, mentre sono ovviamente maggiori le incidenze dei disturbi di sonno associati a malattie degenerative e a malattie cardiovascolari, a problemi respiratori, ad artriti, a sindromi dolorose, a malattie prostatiche e ad endocrinopatie. I due disturbi più largamente riscontrabili sono rispettivamente le ipersonnie, rappresentate prevalentemente dalle apnee del sonno, e le insonnie secondarie a malattie psichiatriche o a disturbi di natura medica.

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